il
giornalista di La Stampa che assieme
ad un collega, Pierre Piccinin, è stato rilasciato questo mese da una banda di
"ribelli" in Siria. I due
cronisti erano stati venduti loro per poi passare cinque mesi in prigionia, durante
la quale sono stati costantemente derisi, minacciati e abusati. Nonostante ciò, sono tornati a casa provati
ma lucidi. Dopo due anni di guerra civile,
la Siria è diventata Paese del Male, con la "m" maiuscola, dove
trionfa il Male, ha scritto Quirico in un articolo dopo il rientro in Italia. Maltrattato dai rapitori descritti metà
banditi e metà estremisti, Quirico era particolarmente colpito dall'atteggiamento
mostrato persino da bambini e anziani siriani, le persone più deboli. Sembrava a Quirico che ormai anche loro
trovassero piacere nell'essere cattivi.
La descrizione che ho letto della realtà brutale che questi giornalisti hanno
provato sulla propria pelle mi ha prontamente ricordato di certe visioni che
vengono riportate dalle persone che hanno avuto un'esperienza dell'Inferno in
seguito alla morte clinica, cioè, in quello stato misterioso che viene chiamato
NDE, near-death experience, l'esperienza
ravvicinata alla morte. Non è che tutte
le anime che lasciano il corpo, per poi ritornare, muovono verso la luce amorevole,
salutati dai cari defunti che aspettano con le braccia aperte in compagnia di
angeli e guide, alcuni incontrando persino Gesù. Qualcuno finisce
molto male invece, accompagnato
dalle ombre antagoniste oppure dai demoni, spinto con violenza mentale se non fisica
verso la soglia dell'Inferno dove si osserva solo tormenta, derisione, minaccia,
infinita tristezza, e la paura più forte mai provata fino allora. Questi condannati vengono guidati verso l'abisso,
in direzione del lago di fuoco dove bruciano le fiamme chiamate Gehenna nella
Bibbia. Due sante, Teresa d'Avila e molto
più tardi Faustina Kowalska hanno avuto visioni dell'Inferno anche loro, e le
loro testimonianze assomigliano molto alle storie rapportate da persone che
hanno vissuto una NDE. Qualcuno finisce dentro
uno spazio angusto e stretto, o in una celle buia in un luogo tetro dove si
soffre solitudine e angoscia accompagnate dal terrore. Tutte le persone che hanno visto questo posto
raccapricciante notano l'odore abominevole che lo permea e i lamenti continui, le
voci disperate che bestemmiano e strillano senza sollievo. Tutti i testimoni dell'Inferno insistono che
lì non esiste amore, non c'è barlume di luce nemmeno, nonostante le fiamme che
divorano l'anima. Nell'Inferno non c'è
speranza e ascoltarne le descrizioni convince che sarebbe meglio non rischiare
di finirci per nessun motivo. Come quelli
che hanno vissuto una NDE positiva, questi che l'hanno vista brutta tornano fra
noi cambiati. Qualcuno diventa credente per
la prima volta, scosso al punto di rinunciare ad
ogni atto nocivo del suo
passato. Riprende a vivere in modo tale da
salvare l'anima, e spesso prova ad avvisare gli altri che sì, l'Inferno esiste. E' un luogo dove non c'è pietà. Il diavolo disprezza soprattutto la
Misericordia Divina. Mentre leggevo il
racconto di Quirico, ho capito che è possibile che noi creiamo e ricreiamo l'inferno
in terra, con ogni nuova guerra, e che gli uomini possano diventare dei
demoni. Persino la compassione e l'innocenza
dei più deboli possono venire meno nell'arena della guerra. Ho capito che i due prigionieri, entrambi
credenti, sono riusciti a conservare la loro speranza e, soprattutto, la loro
umanità, grazie alla fede in Dio. Per le
persone che hanno visto l'Inferno invece durante la NDE, è stata la preghiera che
gli è venuta alla bocca dal fondo dell'anima ad essere la loro salvezza. In questi giorni tesi, in cui una regione
intera e forse il mondo sta sulla soglia della guerra, invochiamo il nome del
Bene Supremo, per salvarci le anime e fermare il conflitto. Con l'aiuto di San Michele, che combatte in
perpetuo contro il Male, preghiamo assieme a Papa Francesco e a miliardi di
fedeli di ogni religione che il Pianeta Terra venga liberato per sempre dalla
guerra e dal Male! Amen. UN’AMERICANA A VENEZIA
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