film ha ricevuto
critiche soprattutto in Israele, perché tenderebbe ad umanizzare il criminale fenomeno
del terrorismo suicida. In proposito, il regista ha affermato che lo scopo del
film è suscitare una discussione, stimolare la riflessione, precisando che in
nessun modo nella proiezione viene
giustificato il sacrificio umano. L’opera ha un grande valore anche dal punto
di vista artistico ed ha avuto un grande successo internazionale, ricevendo
anche una nomination per l’Oscar come miglior film straniero. Il film inizia
mostrando che Said e Khaled appartengono ad una cellula terroristica. La loro
esistenza mediocremente normale viene ‘nobilitata’ dall’essere scelti per la
realizzazione di un’azione suicida. Amici fin dall’infanzia, nel loro
immaginario si era consolidato il sogno di morire insieme come martiri. Con uno
struggente senso di malinconia condividiamo il distacco dagli affetti e le fasi
preparatorie dell’attentato, fino al loro trasporto sul posto, seguiti da
alcuni eventi che ne complicano l’esecuzione. Il film è stato girato
interamente a Nablus,
Nazareth e Tel Aviv nel 2004, e la troupe e gli attori si
sono trovati spesso proprio nel mezzo della violenza dell'Intifada. Il film, girato in condizioni di grave
rischio, smentisce la nozione occidentale che gli attentatori suicidi siano
privi di emozioni, e rimpianti, e programmati per uccidere freddamente. Al
contrario Khaled e Said sono combattuti da opposti sentimenti, l’estremismo
religioso, il nazionalismo, la voglia di vivere. Indipendentemente dal proprio
giudizio sulla questione palestinese, il film è un assoluto must-see..ROBERTO
RAPACCINI

1 commento:
Mi viene in mente una bella canzone di Roberto Vecchioni: Marika
Non ho visto il film ma penso che ogni narrazione scevra da pregiudizi sia una buona narrazione. Lascia a ciascuno di noi la libertà di riflessione senza condizionamenti.
Vedrò il film
Chiara P.
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