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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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205. COLUI CHE SI CHIAMA COME LA BALENA di un'Americana a Venezia
A volte si scopre per mero caso - esiste il mero
caso? - una musica alla radio che sembra essere in sintonia con la nostra
frequenza d'onda. Si prova sorpresa la
prima volta che si sente perché il suono è fatto su misura, in armonia col
proprio stato d'animo. La nuova scoperta
diventa per un po’ una specie di segreta etichetta personale. Viaggiando in macchina anni fa, ho scoperto
un artista statunitense grazie a una stazione italiana che offre un mix di
canzoni assai eclettico. La stazione in
questione non annunciava né i titoli delle canzoni né gli artisti. Quindi, come sarà capitato a tanti, sono
rimasta sospesa a lungo con la mia curiosità circa un paio di brani. Un giorno mi sono finalmente imbattuta
nell'artista, colui che si chiama come la famosa balena, Moby, del romanzo scritto
da Herman Melville, personaggio che sarebbe in realtà un lontano zio
dell'artista. I brani che mi avevano
colpito erano "Porcelain" (Porcellana) del 2000 e "Lift Me
Up" (Tirami sù) del 2005. Solo ora,
diversi anni dopo, comincio ad interessarmi nell'artista, uomo magro e calvo dall'aspetto
perennemente giovane, nato di razza bianca l'11 settembre del 1965 in Harlem a
New York City. Il suo nome è Richard
Melville Hall, o Moby in arte. Moby è compositore,
cantante, dj, produttore, scrittore, e fotografo. Suona la chitarra, la tastiera, e il basso
elettrico. Ai suoi inizi suonava in una
punk band. Poi ha fatto un album tutto
suo negli anni '90 e da allora ha scritto musiche per film, ha collaborato con
famose rock star, e ha venduto più di 20.000.000 copie dei suoi dischi in tutto
il mondo. Facendo le mie ricerche,
scopro che Moby è anche attivista a favore degli animali e promotore nella
diffusione della propria musica non solo a scopo di lucro. E' difensore dei diritti altrui, inclusi
quelli dei tibetani e gli omosessuali.
Propone anche musica come terapia per le persone che hanno sofferto
danni neurologici. E' affascinato dalle
implicazioni fantastiche della Fisica Quantum, ed è convinto assertore della divinità
del Cristo. Scrive brani originali di
tipo ambient, elettronico e techno, a volte mescolando il suo suono con Gospel
e Blues. Sicuramente, Moby si occuperà
di molte altre cose ancora. Una sua canzone
si chiama "We Are All Made of Stars."
Siamo tutti fatti di stelle. Non
è solo un modo di dire per Moby che, in contrasto con tante piccoli star della
musica odierna, dimostra una lunga visione, come quella del Hubble, il telescopio
spaziale. Moby è una persona impegnata e
generosa, un vero artista. In
un'intervista ha risposto alla domanda "Oggi cos'è tabù?" dicendo,
"L'onestà e la vulnerabilità.
Specialmente nella musica: ogni
popstar cerca di essere più sexy, ogni rapper più duro, ogni rocker più
cool." Moby, invece, è
semplicemente Moby, attivamente alla ricerca della comprensione assoluta di
tutto. Consiglio uno sguardo al suo sito. Ci sono i video, le sue foto, la biografia,
il suo blog, e tante altre cose. E' interessante,
come può essere la sua musica, come può essere la vita stessa. UN’AMERICANA A VENEZIA
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WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
1 commento:
Vi sono alcune cose di lui che mi piacciono. Altre volte lo trovo un pò statico e piatto. Però l sua musica possiede una forte dose di intimismo.
Roberto Sky
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