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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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203 - IN MEMORIA di CARLO RAMBALDI (creatore di E.T.) di Sky Robertace Latini
IN MEMORIA di CARLO RAMBALDI 15 sett.1925
– 10 ag. 2012
E’ morto a
86 anni l’artigiano del cinema, Carlo Rambaldi, esperto in effetti speciali e
meccatronica. Un artista che ha ricevuto tre oscar. Nato in provincia di
Ferrara è diventato famoso in tutto il mondo per la sua centralità
cinematografica quale creatore degli esseri diventati personaggi principali di
film di successo.
Ecco alcuni
suoi lavori:
·
La prima creatura è il drago Fafner nel film
“Sigfrido” del 1956
·
King Kong nel 1976
·
Alien nel 1979
·
Il dolce E.T. nel 1982
·
I vermi di “Dune” nel 1984
In realtà
inventò nel 1972 il burattino del Pinocchio di Comencini, ma non gli fu
riconosciuto subito. Egli fu chiamato da Comencini per avere l’idea giusta, ci
lavorò su e poi presentò il risultato. Presente alla dimostrazione fu anche il
cognato di Comencini, ingegnere meccanico, che rubando l’idea, la realizzò in
autonomia, senza più la collaborazione del maestro Rambaldi, il quale fece una
denuncia ufficiale. Vinse la causa e la
RAI dovette pagare un risarcimento. Forse non tutti sanno che Rambaldi è stato
il fondatore nel 1997 dell’unica scuola di “Effetti Speciali” presente in
Europa in quegli anni. A dare maggiore valore all’iniziativa anche il fatto che al tempo ne esistevano
solo due in tutto il mondo (l’altra in USA). E dove fu aperta? Lui, italiano,
riuscì a dargli vita in Italia, e precisamente a Terni (Umbria), presso il
Centro Multimediale; Terni a quel tempo fu anche negli interessi di Benigni che
vi girò parte de “La Vita è bella”. Il tipo di professionalità acquisita
permetteva non solo di attivarsi nel mondo del cinema, ma anche in quello della
tv e della pubblicità e del teatro, ma soprattutto in quello dei parchi
tematici come Gardaland e Disneyworld. Però, come al solito, le istituzioni non
hanno visioni futuristiche né di ampio respiro (e non solo per i soldi), Terni
in particolare risulta spesso molto provinciale nelle sue dinamiche. Nel ’99 la
scuola fu chiusa per assenza di finanziamenti pubblici, dopo soli tre anni,
concludendo almeno il I anno di corso e lasciando un titolo di studio
triennale, così come da progetto. Rambaldi se ne andò in sordina da Terni senza
ringraziamenti o saluti uffuciali; solo nel 2003 qualcuno pensò che fosse il caso
di onorare il maestro e la città gli ufficiò un premio. Alcuni studenti di quel
corso successivamente si associarono e formarono la “Logical Art”. Io, sin da
ragazzino, fra i miei desideri avevo quello di fare il lavoro di Rambaldi. E
proprio l’occasione ternana mi diede modo di conoscere il mio idolo anche se
ormai la mia strada aveva preso un’altra direzione. Il club dell’Inner Wheel
organizzò una giornata di visita ai laboratori dell’Accademia di Rambaldi, e io
chiesi di partecipare (visto che mia madre faceva parte del club); non potevo
perdere l’attimo, dovevo assolutamente esserci. Dopo la visita seguì una cena.
Non ero al tavolo con lui, ma data la mia eccitazione, mi permisi di
disturbarlo. Presi una sedia e rimasi accanto a lui dialogandoci per mezz’ora.
Il maestro fu estremamente gentile e pacato; un uomo calmo e disponibile che
rispose a tutte le mie domande senza fretta o insofferenza alcuna. Tra le cose
che ci siamo detti (a parte la confessione del ragazzino che voleva essere come
lui) una per me riassume la persona Rambaldi. Io l’ho sempre ammirato in quanto
artista e artista grande, e così gli chiesi se non si sentisse tale. Non ricordo lo scorrere preciso delle parole,
ma in sintesi ecco:
RAMBALDI: Io
facevo ciò che mi chiedevano. Volevano una creazione che rispondesse alle
esigenze del regista e io mettevo in campo le mie capacità tecniche per
riuscire nell’intento. Io ero soddisfatto se il lavoro riusciva, sono stato
solo un tecnico che creava un meccanismo tecnico.
IO: Scusi,
ma E.T. per esempio, gli è stato commissionato con un disegno definitivo già
realizzato?
RAMBALDI: Bè,
no. Avevo avuto comunque delle indicazioni, tra le quali quella di inventare un
personaggio che fosse brutto, dando l’idea del completamente diverso proprio perché
proveniente da un altro pianeta, ma avesse la possibilità di trasmettere
emozioni umane e soprattutto di dare l’idea di un essere buono. Verso questa
cretura doveva esserci contemporaneamente repulsione e attrazione.
IO: E il
disegno che doveva contenere tutte queste caratteristiche chi l’ha inventato
allora; lei?
RAMBALDI: Si.
IO: Vede che
quindi è un artista ?
Io ci vedo
umiltà, poi chi lo conosceva meglio avrà le sue idee. Da ciò che leggo nei
giornali e da quel poco che ho percepito io direttamente, lo vedo un uomo dei
suoi tempi, ma con uno spirito che ha fatto la modernità. Tradizionalista
perché non ha mai amato i computer, ma moderno perché eroe del cinema moderno.
Jurassik Park e Godzilla devono molto al cinema che lui rappresenta.
Nota curiosa:
in quella
serata al ristorante ternano, gli fu chiesto di disegnare un E.T., acconsentì,
realizzandolo su di un tovagliolo. Io ora ho appeso sul muro di casa una
litografia di quell’opera (anno 1998). E
tutti gli ospiti di quell’incontro la posseggono. La mia domanda è: chi
possiede l’originale? SKY ROBERTACE
LATINI
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