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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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307. ESTATE di Cristina Spera
L’estate
per me arrivava in pieno inverno: improvvisa, inattesa, un tonfo sordo nello
stomaco. Era sufficiente quel raggio di sole tra le tapparelle che colpiva le
minuscole sfere di polvere scompigliandone il tragitto, oppure la maestra che
si alzava dalla cattedra e tirava le tende nere e pesanti; quasi un sipario che
si chiudeva sui nostri sogni. Oppure il
blu della cartina geografica che diventava più luminoso e intenso. O ancora le corse
a ricreazione in cortile alle 10.30. Le giornate più lunghe, il tepore del
sole, il profumo dell’aria….Il fatto che indossavamo ancora cappotti, sciarpe e
cappelli era solo un dettaglio. Ci sarebbero stati giorni di pioggia, ma nulla
avrebbero potuto. Era arrivata. Con la mente passavo in rassegna il mio
guardaroba estivo. Camicette fresche, fiorate, colorate; top di filo, gonnine
jeans, l’inossidabile scamiciata bianca con la martingala impunturata di
turchese (che ogni anno saliva di un paio di centimetri) ma soprattutto i
costumi da bagno a due pezzi e a un pezzo (come dicevamo noi!). Quell’anno
avrei cambiato taglia: forse la prima da donna (come se esistesse un
bikini taglia prima da uomo!). Ma a noi
piaceva tanto sottolineare quel da donna, anche se il pezzo sopra
era più un impiccio che altro. Quante cose c’erano da sfoggiare quell’estate!
Il kit completo mare, acquistato raccogliendo i bollini della FINA: un
lungo inverno nel quale ogni pieno di benzina valeva ben 30 bollini. E noi…ce
l’avevamo fatta! Materassino con oblò trasparente, canottino con tanto di pagaia
e, meraviglia delle meraviglie, salvagente con vera corda marinara. Un
salvagente così poteva competere con quello di Danilo, oggetto preziosissimo e
desiderato da tutti. Si trattava di una ciambella a forma di timone per metà
azzurra e per metà trasparente, dove erano disegnati pesci tropicali
multicolore: una vera rarità. Quel pomeriggio avrei aperto lo scatolone
contenente il kit, inebriandomi dell’odore di gomma nuova misto a talco.
Avrei poi rovistato tra le creme di mamma, in cerca di quel barattolo marrone,
con su disegnato un cane dispettoso che abbassava lo slip ad una bambina bionda
che…beh, ci siamo capiti. D’ora in
avanti quella crema non mi avrebbe più rattristato perché sapevo che l’estate
era arrivata. C’era poi da fare un salto al bar di zio Pietro. Sicuramente
aveva già appeso gli espositori di latta dell’Algida e dell’Eldorado con
raffigurati i gelati della nuova stagione; ci sarebbero state le novità
evidenziate all’interno di nuvolette colorate e poi tutti gli altri gelati che
io e Cinzia nel corso delle estati precedenti, avevamo già avuto modo di
apprezzare. Poi avrei chiamato Cristina.
Non c’era bisogno di informarla circa l’arrivo dell’estate: lei, come me,
sapeva. Mi avrebbe raggiunto dopo i compiti. E allora avremmo spalancato le
porte al sole, alla sabbia, al mare, alla salsedine, agli stampini, alle conchiglie,
al coccobello, al jokebox, alle pinne, alle cuffie con i fiori di gomma, agli
zoccoletti di sughero, ai teli da bagno a strisce colorate, alle file
interminabili davanti alle cabine telefoniche con le mani piene di gettoni…Ma
questa è un’altra storia. CRISTINA SPERA
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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
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WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
1 commento:
Questa mattina di pioggia e nebbia, leggendo il tuo racconto, ho respirato profondamente e ad un tratto ecco riaffiorare il profumo di salsedine e di salmastro che suggellava il nostro arrivo finalmente "al mare".
Grazie di cuore!
Cristina
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