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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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594. CHARLES BAUDELAIRE - IL SERPENTE CHE DANZA di Chiara Passarella
Il serpente
che danza
Quanto mi piace, adorata indolente,
del tuo corpo così bello
vedere come tessuto cangiante
luccicare la pelle!
Sulla tua capigliatura profonda
dagli acri profumi,
mare odorante e vagabondo,
dai flutti azzurri e bruni,
simile a un battello che si sveglia
al vento del mattino,
l`anima sognatrice alza le vele
verso un cielo lontano.
I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d`amaro,
sono gioielli freddi in cui si lega
il ferro all`oro.
Quando cammini con quella cadenza,
bella d`abbandono,
fai pensare a un serpente che danza
in cima ad un bastone.
Sotto il fardello della tua pigrizia
la tua testa d`infante
dondola mollemente con la grazia
d`un giovane elefante,
e il tuo corpo si inclina allungandosi
come un vascello sottile
che fila ripiegato spenzolando
i suoi alberi in mare.
Come rivo ingrossato dalla fonte
dei ghiacciai rombanti,
quando l`acqua della tua bocca rimonta
fino all`orlo dei denti,
mi par di bere un vino di Boemia
amaro e vincitore,
un firmamento liquido che semina
di stelle il mio cuore!
Charles Baudelaire - Lesfleursdu mal, XXVIII
Editions Garnier Frères, Paris,. 1961, pag.33) –Traduzione. di Giulio Cesare Viva
Il linguaggio poetico di Baudelaire, come quello degli
altri simbolisti francesi , in questa lirica, facente parte della collana
“Spleen et ideal- XXVIII” è intriso di “corrispondenze”, cioè di immagini o
cose che simbolicamente si riferiscono alla realtà con l’intenzione di
chiarirla ed ai sentimenti con lo scopo di esprimerli con maggiore forza. La
pelle, i capelli, gli occhi di una danzatrice, i suoi movimenti ed gli aromi
del mare,sono spiegati con molta efficacia o attraverso le trasparenze di una
lucida stoffa (la pelle)o dal fluttuare dei capelli che spargono tutt’intorno,
insieme alle onde, profumi inebrianti della vita e desiderio umano di “salpare
per un cielo lontano” La danza, poi, sembra sciogliere la naturale indolenza
della danzatrice che si snoda, con deliziose giravolte, comeun serpente, con
naturali spira si avvolge intorno ad un bastone. Il bacio della danzatrice è
come un vino di Boemia che dissemina “di stelle il cuore del poeta”. Baudelaire
nacque nel 1821, a Parigi, dal secondo matrimonio dell'ormai sessantaduenne
Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline
Archimbaut-Dufays. A sei anni era già orfano di padre. Nel 1833 entrò al
CollègeRoyal per volontà del patrigno, il maggiore Jacques Aupick. Ma poi la
vita sregolata e gli ambienti frequentati convinsero il patrigno a farlo
imbarcare sul PaquebotdesMersdu Sud, diretto in India. Da questo viaggio sorse
il suo amore per l'esotismo, che riapparirà quindici anni dopo nell'opera
Fleursdu mal. Nel 1842 ritornò a Parigi, dove aveva conosciuto Gerard de
Nervale e si avvicinò soprattutto a Gautier, che amò come un discepolo.
Cominciò poi un lungo e appassionato amore con la mulatta Jeanne Duval,
ispiratrice di erotici sentimenti, ma anche di purificato senso di pietà nei
momenti tormentosi della paralisi. I debiti, da cui Baudelaire fu afflitto per
tutta la vita, indussero il patrigno a riunire nel 1844 un consiglio di
famiglia per interdire il giovane e affidare il suo patrimonio
all'amministrazione di Ancelle, notaio a Neuille. L'anno dopo Baudelaire tentò
il suicidio, poi uscirono le sue prime critiche d'arte e le sue prime poesie.
Nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari di Parigi. Nel 1857 pubblicò presso
l'editore Poulet-Malassis, «I fiori del male», raccolta che comprendeva 100
poesie. Dopo qualche mese l'opera fu sequestrata e l'editore e l'autore
accusati di pubblicazione oscena. Il processo si concluse con pene pecuniarie e
con la censura di sei poesie. Tentò nuovamente il suicidio nel 1861. Nel 1864,
dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadèmie francaise, lasciò
Parigi e si recò a Bruxelles, ma il soggiorno nella città belga non modificò la
sua difficoltà di rapporti con la società borghese. Malato, egli cercò
nell'hashish, nell'oppio, nell'alcol, nell'etere il sollievo alla malattia che
nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo uccise. A quelle esperienze,
e alla volontà di fuggire dalla realtà, sono ispirati i «Paradisartificiels»
del 1861. Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione
socio-economica dell’800 si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di
Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, è generata da un forte desiderio
di ritrovare quel forte legame tra le società pre-industriali e la natura. Sono
poste in risalto le analogie tra uomo e natura e accostati i diversi messaggi
sensoriali provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura
retorica della sinestesia. La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di
sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà
"industriale", proponendo al lettore spunti di riflessione che
richiedono un'attività razionale per essere compresi. Possiamo considerare
l'opera «I fiori del male» come la base della poesia moderna grazie al
contributo che Baudelaire fornì col suo gusto parnassiano: d'estrema purezza
formale e emotivamente impassibile. Forma e contenuti sono figli di un tardo
Romanticismo: la morte, l'amore e lo slancio religioso sono estremizzati col
gusto dell'orrore, il senso del peccato e il satanismo. Tra i componimenti più
riusciti dell'opera sono da citare «Spleen78», «L'albatro» e «Corrispon-denze»
(che anticipa i temi del decadentismo). L'ultimo appiglio per lo spirito
disperato del poeta è la morte, intesa come distruzione e disfacimento a cui il
poeta si affida nel disperato tentativo di trovare nell'ignoto qualcosa di
nuovo, diverso dall'onnipresente angoscia. I fiori del male sono paradisi
artificiali, amori proibiti e peccaminosi che danno l'illusoria speranza di un
conforto. "Non ho scelto il male né il bene, ma attraverso e al di sopra
del male, ho scelto la poesia", precisa Baudelaire, contro chi lo accusa
ingiustamente d' immoralità per i suoi fiori. Inoltre, in una lettera
indirizzata a Vigny (Celebre scrittore e membro dell'AccadémieFrançaise) chiede
che non si pensi ai "fiori del male" come a una mera raccolta di
poesie, ma ad un libro in cui ogni composizione è autonoma, ma l'insieme crea
una continuità di temi e significati. Sulla
struttura va ricordato un altro dato importante, ovvero, in poesia non esistono
libri come I fiori del male prima di Baudelaire, ma solo raccolte poetiche, che
presentano magari affinità tematiche, ma che non possono definirsi
"libro". Sempre a Vigny, Baudelaire chiede che almeno gli si
riconosca questa cosa, e cioè che il suo è un libro e non una raccolta. Perché
libro? Per sottolineare la struttura. Ovvero, ogni poesia è del tutto autonoma
rispetto al resto, per questo, fra la prime e la seconda edizione, il numero di
poesie nei fiori aumenta in modo
importante. Si aggiunge addirittura una sezione:
"Tableauxparisiens".
Nonostante ciò, fra le poesie, a causa di una insistenza tematica, e di
un lavoro "lucido" da parte del poeta che, come Nerval, il sogno lo
dirige e non lo subisce, nasce una fitta rete di interconnessioni, che fanno
dei fiori un libro a tutti gli effetti, contenente, come dice l'autore stesso,
una terribile moralità. Insistere sulla struttura è anche un modo per prendere
le distanze dal romanticismo enfatico che reclama ad oltranza l'ispirazione
caduta dal cielo per giustificare i versi che produce. Baudelaire usa spesso il
verbo "volere" (in Paysage per
esempio) al fine di sottolineare il suo procedimento creativo, che è frutto di
intenzione. La struttura dei fiori, è uno dei motivi per cui il poeta si guadagna
l'etichetta di "moderno", una modernità che egli stesso riconosce,
già dal 1859, ma se ne scusa. Moderno perché vuole superare il romanticismo
enfatico e frutto di ispirazione, moderno anche perché racconta della città in
poesia, come nessuno aveva mai fatto prima di lui, e in questo senso, la
sezione più a tema è chiaramente la seconda "Tableauxparisiens" che
dal titolo lascia presupporre paesaggi di tipo romantico, vegetali, e che
invece tratta di un paesaggio urbano a partire dalla prima poesia "Paysage". Occorre conciliare in poesia il moderno e
l'antico, ed occorre trovare un lato poetico
persino nei calcinacci dei lavori in corso vicino al Louvre. CHIARA PASSARELLA
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