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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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580. L'ARTE "DEGENERATA" SECONDO I NAZISTI da un'Americana a Venezia
Le preferenze
estetiche del Partito Nazista escludevano in modo categorico le allora nuove tendenze:
sculture e dipinti cubisti, espressionisti, dadaisti, astrattisti e
primitivisti. L'intera gamma dell'arte
moderna, insomma. Nel 1933 il ministro
della Propaganda nazista, Joseph Goebbels, formò la Camera della Cultura del
Reich (Reichskulturkammer) che determinava quali artisti potevano lavorare in
Germania. Allora i musei tedeschi furono
invasi dai nazisti che portarono via opere non gradite al Partito, movimenti
censurati perché rappresentavano, per un motivo o l'altro, quel tipo di arte chiamato
da loro entartete Kunst, cioè, "arte
degenerata". L'ironia è che il
Fuhrer, di scarso talento, pretendeva di esserne intenditore. All'inaugurazione della Prima Grande
Esposizione dell'Arte Tedesca nel 1937, il Fuhrer disse, parlando dell'arte
contemporanea e assegnandone la colpa al giudaismo e al marxismo
demo-parlamentare, "Tutti questi slogans,
'esperienza interiore', 'sentimento potente', 'volontà robusta', 'percezione
carica di futuro', 'interiorità emblematica', 'cronologia vissuta', 'genuino
primitivismo', ecc--tutte queste espressioni stupide e artificiose, queste
frasi fatte e queste chiacchere vacue non rappresentano più alcuna
giustificazione--né, addirittura, una segnalazione--per prodotti assolutamente
sprovvisti di valore e recanti il marchio dell'impotenza." Questo il parere di Hitler, ex-pittore. Dopo anni di censura nel mondo artistico
tedesco, perché per il Partito l'arte moderna sdoganava una logica
anti-autoritaria nonché decadente, i Nazisti hanno allestito un'ulteriore
esibizione, sempre nel 1937, chiamata Arte
degenerata a Monaco di Baviera.
Inaugurata da Hitler e Goebbels, fu uno show di circa 112 artisti, completo di catalogo illustrato. Almeno 600 opere collocate in dieci stanze erano
divise secondo temi, fra cui Manifestazione
dell'arte razzista giudaica; Invasione
del bolscevismo in arte; La donna tedesca messa in ridicolo; Oltraggio agli
eroi; I contadini tedeschi visti dagli ebrei; La follia eretta a metodo; e La natura vista da menti malate. Il Partito pretendeva che gli unici soggetti possibili nei
musei tedeschi, dunque, dovessero per forza esaltare le qualità della razza
superiore "ariana". Come disse
Hitler nel 1935, parlando in un "Congresso sulla cultura tedesca",
"Il compito dell'arte non è quello di richiamare segni di degnerazione, ma
quello di trasmettere benessere e bellezza," aggiungendo, "Ciò che si
rivela 'il culto del primitivo' non è espressione di un'anima naif, ma di un
futuro del tutto corrotto e malato."
Parlava in quel momento del tenero e mitico Marc Chagall, neo-primitivista
ebreo della Bielorussia che disse, "Mia soltanto è la patria della mia
anima"? Più di 6.000 opere considerate
"arte degenerata" sono state confiscate e/o distrutte, oppure, come è
successo a quelle dell'esibizione del 1937, vendute all'asta in Svizzera dai nazisti.
(Si dice che Goebbels collezionasse i
quadri d'arte moderna in segreto.)
L'arte degenerata secondo Hitler e il Partito Nazionalsocialista includeva
lavori non solo di Chagall, ma anche di Lovis Corinth, il fauvista André Derain,
James Ensor, Paul Gauguin, Oskar Kokoschka, Jules Pascin, Paul Klee, Wassily
Kandinsky, Ernst Barlach, Max Beckmann, Otto Dix, Max Liebermann, Ernst Ludwig
Kirchner, Emil Nolde, Edvard Munch e Kathe Kollwitz. Fra gli artisti banditi, il più "degenerato"
di tutti era l'ironico e intraprendente Pablo Picasso. Che cosa volevano vedere i Nazisti invece di opere
di interiorità, o di cronologia vissuta, o di sentimento potente, in un mondo sempre
più urbanizzato ed alienante, e dopo la Prima Guerra Mondiale, non più
innocente? Forse desideravano vedere
solo il corpo ariano, perfetto in eterno, come erano soliti a sognarlo. Dopo aver bruciato libri e sinagoghe e
quadri, questi nazisti hanno disfatto più di sei milioni di corpi non
desiderati. Fra l'avanguardia e la
ricerca umana, fra l'arte e la spiritualità, fra la meccanizzazione e le loro
atrocità, i prepotenti del Terzo Reich non hanno mai capito il nesso. Che cosa vollero vedere quei degenerati in
divisa della Germania Nazista? Cartoni e
fumetti di super eroi teutonici? Tutto
per gioco crudele? Forse lo descrive
bene Shakespeare nel Macbeth,
"...una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che
non significa(va) nulla." UN'AMERICANA
A VENEZIA
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