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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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362. HEAVY METAL: QUANTO PESA SULL'OLIMPO? da un'Americana a Venezia
Nelle
arti come nella moda non condividiamo tutti gli stessi gusti. To each
his own, si dice in lingua inglese.
Ad ognuno il suo. Nel campo della
musica abbiamo l'imbarazzo della scelta. Music
ci arriva dal greco, mousiké, che fà
riferimento a tutte le arti ispirate dalle dee più rispettabili, le Muse: La poesia, la letteratura, la musica
strumentale, il teatro, il canto, e la danza.
Oggi anche il cinema. Qualche
espressione moderna però potrebbe sembrare d'ispirazione esclusivamente mortale.
Scrivo in risposta all'articolo
"Heavy Metal: Pesante ma poi non tanto" scritto dal nostro esperto,
Roberto Latini. Per me, è arrivato il
momento di affrontare il genere. Credo che
il metal, sebbene plumbeo, sia sviluppato con un forte contributo da Dioniso, dio
straniero, che secondo Wikipedia, "rappresenta in particolare lo stato di
natura nell'uomo, la sua parte primordiale, animale, selvaggia, istintiva, che
resta presente, anche nell'uomo più civilizzato, come una parte originaria
insopprimibile, che può emergere ed esplodere in maniera violenta se viene
repressa, anziché compresa ed incanalata correttamente." Forse anche il metal, come la Taranta, serve
come sfiato per liberare un carico di energia che altrimenti rischierebbe di
implodere dentro l'individuo? Qui l'individuo
è spesso maschio. La figura femminile
non viene rispettata da tutti i sub-tipi del metal. Quindi, le ragazze non seguono il genere con
la stessa frequenza dei maschi. Nel
sistema taoista degli opposti yin e yang, i metalli pesanti sono yang (masc.) Ma quando gli heavy metals, parlando di cadmio, mercurio, piombo, e uranio, ad
esempio, vengono introdotti nel corpo, creano il caos e il corpo diventa debole
e quindi più yin (fem.) E' così che
funziona lo sfogo metaforico della mousiké-metal? Che cosa distingue il metal? 1) Volume pompato, 2) Chitarre fortissime, 3)
Batteria insistente e 4) Voci insolite, spesso strillanti. In teoria, il metal sarà la musica dell'outsider, cioè, fuori dal mainstream. Spesso, ma non sempre, gli outsider sono ribelli. Ci sono tanti tipi di heavy metal, come spiega
Latini. I sub-tipi più trasgressivi, come
il Black Metal, sono proibiti in molti paesi, ad esempio nel Nord Africa, nel
Medio Oriente, nel Sudest Asia e nella Cina dove vengono visti come satanici
e/o americanizzati. Un metallaro del
Marocco ha spiegato la sua passione così, "Noi suoniamo il metal perché le
nostre vite sono heavy metal." Il metal
per molti è un rifugio da un mondo già arabbiato. Mark LeVine, metallaro e professore di Storia
a UC Irvine in California, si è dedicato all'investigazione del rapporto fra metal
e Medio Oriente dove gli artisti non sono "liberi di offendere, scioccare,
o disturbare" come lo sono in Europa e altrove. LeVine scrive sull'argomento e ha prodotto una
raccolta di brani provenienti dal Medio Oriente, "Flowers in the Desert." Esistono bande che propongono l'unità fra gli
ebrei ed i musulmani, come nel caso di Orphaned Land con "All Is One"
(=Tutto è uno), brano sorprendente. Tanti governi nel mondo, però, insistono che la
musica metal istighi soltanto all'immoralità.
Anche nell'Occidente taluni concerti e canzoni metal sono stati
soppressi. Si capisce: fra i testi e gli atteggiamenti di qualche
banda metal, il messaggio che viene trasmesso è solo quello di morte, distruzione
e peggio ancora. Grazie ai brutti e
cattivi, il metal spaventa. Ma il genere
non è riservato solamente ai più scurrili, violenti, e blasfemi. Non è una cosa sola, a parte il volume. A volte spunta fuori materiale di natura
politica o letteraria. Anche i religiosi
partecipano, come nel caso di Cradle Catholic che cantano preghiere in latino
al suon' di metal. Quindi, fino a prova
contraria, devo ammettere che chi cerca un canale artistico per il selvaggio
dentro di sè può far ricorso al metal senza necessariamente venir posseduto da
Dioniso. Rischia, però, di diventare
sordo. UN’AMERICANA A VENEZIA
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