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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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303. ESSERE O NON ESSERE, SEMPRE UN PROBLEMA da un'Americana a Venezia
Nella
nostra epoca, milioni di persone hanno passato mesi, se non anni, anticipando
la fine del mondo, mentre per decine di migliaia di esseri umani, ogni giorno
potrebbe essere quello giusto per portar fine a tutto. Spinta dall'ultimo articolo di Roberto R. che
consiglia di vedere il film "Paradise Now," la storia di un palestinese
votato al suicidio per motivi politici, ed in più, disturbata dalle notizie non-stop di suicidi qui e all'estero,
ormai sempre più frequenti per motivi economici, ho deciso di affrontare il
tema. Il suicidio non è un argomento
facile da trattare. E' probabile che
ciascuno di noi conosca una persona che ha perso qualcuno/-a in questo
modo. Non è il caso di fare dichiarazioni
dogmatiche. E' sempre un evento tragico
e troppo spesso inspiegabile. Chi non
sta male quando sente la notizia della madre depressa che salta dal piano
superiore, spesso con il pargolo in braccia?
O della teenager che muore di vergogna perché derisa e umiliata dai
coetanei? O dell'imprenditore che non sa
più mantenere l'impresa e che, disperato, si toglie la vita piuttosto di affrontare
i propri dipendenti, disperati a loro volta? O dell'anziano che soffoca la moglie malata
per poi togliersi la vita? Sono persone svuotate
dentro che non hanno trovato soluzioni ai propri problemi, si capisce, eppure a
noi saranno sembrate persone "normali." Poco a poco si sono trovate in un momento
impossibile da vivere. Momenti neri
possono arrivare nella vita di chiunque.
Per questo motivo, forse dovremmo tutti meditare, come Amleto, sull'opportunità
di tentare di scappare o no. Forse dovremmo
cominciare a prendere posizione prima dell'arrivo di una possibile tempesta
perfetta. Potrebbe mai convenirci di
finire le nostre vite così? Shakespeare,
parlando attraverso Amleto, principe demoralizzato dall'indignazione, si chiede
se non sia possibile che dopo la morte non continui tutto altrove. Amleto intuisce che la vita non finisce con
l'oblio, e decide di non passare dalla padella alla brace. Dal punto di vista religiosa, i culti maggiori,
senza eccezione, vedono il suicidio come un atto assai negativo. Per i cristiani ed i musulmani, esso comporta
gravi conseguenze per l'anima: il suicida rischia di finire fra le fiamme. Per gli ebrei, è grande peccato, dal momento
che il corpo e l'anima appartengono a Dio e quindi non sono gli uomini a
poterne disporre. Per gli induisti e i
buddhisti, il suicidio è un atto distruttivo che avrà effetti indesiderati: uccidersi
crea un sacco di karma. L'anziano saggio Chitrabhanu, un maestro
spirituale dello Jainismo, una fede indiana basata sull'ahimsa, parola sanscrita per non-violenza, disse una volta quando un
ragazzo gli chiese di valutare il suicida, "Non sarò io a giudicare chi si
toglie la vita, ma direi che quella persona abbia mancato il
bersaglio." Per curiosità, ho
cercato su google "Perché il suicidio è peccato." Ho notato una domanda posta in una
discussione: "Se il suicidio è
peccato perché Dio non lo ha detto nei 10 comandamenti?" Chiaramente, l'autore della domanda non aveva
preso in considerazione il sesto comandamento, "Non uccidere." Come la maggior parte delle persone, credeva di
appartenere a se stesso, come se fosse un'isola umana, e non a qualcosa molto
più grande, a una realtà senza confini che include familiari, amici, e società,
per non parlare della famiglia umana e del Creatore. Quando ci si toglie la vita, si distrugge anche
una fetta di vita ai sopravvissuti che devono convivere con il senso
dell'incompiuto ed anche con l'angoscia. Per evitare che noi e i nostri cari possiamo
finire sotto il juggernaut del
suicidio, sarebbe il caso di votarci alla vita, pur quanto difficile sia, per non
rischiare di creare un incubo molte volte più desolante dei problemi che
affrontiamo ora. Soprattutto, sarebbe il
caso di chiedere e di offrire aiuto reciprocamente, provando, anche in questi
tempi confusi, a essere più positivi e più sensibili verso tutti quelli che
potrebbero trovarsi davanti alla tempesta perfetta. Ad ogni modo, come scrisse John Donne 400
anni fa, "E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per
te." UN’AMERICANA A VENEZIA
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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
1 commento:
Un ottimo messaggio di sempre indomita speranza. Concordo su quanto i suicidi lascino nella disperazione le persone vicine a chi ha compiuto il gesto. Vivere è comunque difficile in tempi come questi ma il messaggio di questo post è un buon ancoraggio teso a chi è disperato.
Un plauso all'autrice
Chiara P.
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