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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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286. IO SONO OZZY, autobiografia di Ozzy Osbourne (2010) - Coautore: Chris Ayres di Sky Robertace Latini
Scorrere le
pagine di questo libro è stato molto divertente poiché è scritto in modo
estremamente ironico e leggero; ho riso varie volte di gusto. In quanto rocker
potrei esaltare l’immagine di Ozzy Osbourne, ma in realtà è lo stesso autore
che fa venire fuori la negatività del proprio vivere; in un vortice di
inutilità ed autodistruzione. Volete una storia rock raccontata con ironia e
nello stesso tempo senza tanti giri di parole? Volete una storia rock che
racconti una vita senza senso e intanto di successo? Volete una storia rock che
sia canonica per “sesso, droga e rock’n’roll” e contemporaneamente
assolutamente non provocatoria? Ciò che
viene raccontato è l’essere continuamente distaccato dalla realtà in un modo
non costruttivo, essendo immerso nell’inedia fatta di droghe e alcol. Un
perenne stato di ubriachezza, strafatto fino al midollo. Stupefacente la
longevità di Ozzy nonostante la poca attenzione alla sua salute: ormai ha 64
anni circa (62 nell’anno in cui il libro è stato stampato), e pare che né cuore
né fegato siano stati intaccati. La
storia narrata parte dalla gioventù di Ozzy (vero nome: John. Nato nel 1948)
dove si racconta della sua dislessia (che egli stesso porta come probabile
ragione del suo proprio senso di inadeguatezza, che poi avrebbe4 contribuito a
increnìmentare le dipendenze) e anche quali tipi di lavoro egli abbia svolto
(maggiormente di macellaio in un mattatoio) passando per i Black Sabbath, con i
quali, in quanto cantante, è stato fondatore del Rock Duro insieme a Deep
Purple e Led Zeppelin (primi anni ’70). Arrivando alla carriera solista; ai due
matrimoni e ai cinque figli; al reality show in cui tutta la famiglia è stata
per anni sotto i riflettori; fino ai giorni nostri dove in qualche modo la
dipendenza è diminuita (ma non annullata). Un passaggio da figlio di proletari
senza molti soldi a ricco miliardario senza sale in zucca. L’atmosfera che la
storia crea è data dal surrealismo di una vita vissuta galleggiando dentro
eventi pazzeschi ma mai assaporati coscentemente, come visti appannati dalle
sostanze ingerite e fumate. Anche il lato musicale è poco messo a fuoco. E’
come se Ozzy avesse sprecato l’arte da lui stesso creata e così anche la sua
vita familiare, che egli non ha mai
penetrato, dove viene usata anche la violenza sulle donne (la moglie) o
l’assenza in quanto genitore. Alla fine viene fuori un uomo debole, compulsivo,
incapace di gestire la concretezza; e dalle idee sociali poco mature, in una
visione del mondo molto superficiale. L’uomo che è stato il simbolo della
provocazione è invece l’uomo completamente inserito nel sistema.
Ma qualcosa
di positivo traspare: prima di tutto la sua lontananza da risentimenti. Ozzy è
una persona che ama tornare a contatto con chi ha conosciuto, anche con chi si
era sentito incompreso e con cui si era scontrato. L’altra cosa è la
naturalezza con cui fa autocritica e con cui ammette di essere una persona che
non è stata forte, e in ciò afferma di avere avuto molta fortuna, poiché con
tutto quello che ha combinato non è morto, e inoltre ha una famiglia unita e
molti soldi. In quanto fan, dal punto di vista musicale, mi ha colpito il suo
grande amore per Paul McCartney. Ozzy Osbourne è stato sempre un grande
appassionanto dei Beatles, che sono agli antipodi dello stile dei Black Sabbath
(ma un po’ meno alla carriera solista di Ozzy). In merito all’incontro con
Paul, ormai alla pari per ciò che concerne l’essere un mito, Ozzy invece si
sente inappropriato, davvero come un fan vicino al suo idolo. Nota interessante
è quella in cui, prima del successo in quanto BlackSabbath, il chitarrista Tony
Iommi lasciò gli altri per andare a suonare coi già famosi Jethro Tull, ma dai
quali se ne andò dopo dieci giorni perché non si divertiva…..se fosse rimasto
coi Jethro, i B.Sabbath non sarebbero mai nati. Così va la storia. Per ciò che
concerne la fama di satanista, ormai da tempo è chiaro che egli non lo è mai
stato e lo ribadisce qui; mai adorato Lucifero, né prima coi B.Sabbath né in
seguito (semmai i suoi demoni si sono limitati alle dipendenze alcoliche e di
stupefacenti). E racconta del fastidio di quando varie sette si presentavano ai
concerti o sotto l’albergo, e pure di come li prendeva in giro (scendeva senza
essere riconosciuto con cartello in mano mischiandosi alla folla). Alcuni fatti
raccontati:
1.
La prigione da ragazzo
2.
La morte del grande Randy Rhoads (suo chitarrista)
precipitato con l’aereo
3.
Lo sterminio dei polli a fucilate e l’incendio del
pollaio di sua proprietà
4.
Lo stacco a morsi delle teste di piccione e
pipistrello
5.
La diatriba con i primi membri della sua band solista
con cui ci sono state varie cause giudiziarie
6.
Il tumore della moglie Sharon
Alla fine
Ozzy è stato un clown che faceva sempre lo scemo, un personaggio pubblico
istrionico il quale si è dedicato più allo starsene imbambolato che alla musica
e alla vita. Eppure anche nel 2010 è uscito un suo disco stupendo “Scream”, e
continua a fare concerti. Seppure racconti di non essersi mai interessato di
magia nera, sembra che davvero abbia fatto un patto col diavolo.
SKY
ROBERTADE LATINI
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