122. RITRATTI E STORIE COMUNI: MOHAMMED (“Tra due giorni è Natale”) di Cristina Spera

Mi cerca, mi vede. Accenna un saluto e fruga con lo sguardo tra le buste della spesa. Mi accorgo di essere in ritardo; un ritardo giustificato però. Tra due giorni è Natale. Ho perso tempo davanti agli addobbi. Luci, fili, palline, angioletti, presepi in miniatura, pecore, pastori, zampognari, panettieri, vinai paffuti e rubicondi addetti alla mescita di vino stantìo…tutto ciò ha ancora una certa attrattiva su di me. Ma saprò farmi perdonare. Oggi al banco gastronomico c’era di tutto. Tra due giorni è Natale. Mohammed si avvicina, ma non troppo e comunque senza perdere di vista il suo “negozio ambulante”. Un carrello zeppo di tovaglie, canottiere e calzini. Ne va orgoglioso. “Prima lavavo i vetri ai semafori” mi ha raccontato un giorno.  “Ora ho una postazione tutta mia, qui al supermercato, e vendo solo cose fatte in Italia”. Anche di questo va orgoglioso: “Niente cinese, niente Taiwan. Gialli limone rompicoglioni!” Lo dice ridendo, goffamente, mostrando un’infilata di denti, bianchi si, ma disposti alla rinfusa, cosi, come capita: a tratti radi, a tratti affastellati…strano per un negro…denti cosi…ed è pure razzista! Il pranzo comunque gli piacerà, lo so. Lasagne, cannelloni, coniglio alla cacciatora, focaccia e due supplì. Oggi ho esagerato. Tra due giorni è Natale. Mi accompagna alla macchina, senza portarmi le buste: sa che voglio farlo da sola. Nessun aiuto. Poi prende il carrello, come al solito, per recuperare i cinquanta centesimi, ma prima chiama un ragazzotto e rivolgendosi a me: “Questo è mio fratello più piccolo." Mi ha raggiunto per trascorrere il Natale”. Mi presento, formalmente allungo la mano ma stento a trovare la sua, coperta da un pesante maglione, fuori misura. Ha un cappello di lana calato sulla fronte e una sciarpa rossa girata più volte intorno al collo. Non c’è altro, a parte il colore ambrato degli occhi lucidi che riflettono le luci colorate a intermittenza. Mi chiede Mohammed se ho una coperta: "La notte fa un po’ freddo”. Certo che ce l’ho. E’ di pile con tanti orsetti stampati. Sa di buono, di calore, di casa e di Natale. No, non gliela darò. Ne comprerò una nuova con il cellofan, la impacchetterò e sarà il mio regalo di Natale. Non la mia. Intanto, senza perdere di vista il carrello, appoggia l’incarto sulla panchina; apre i contenitori e divide il pasto in parti uguali. Tanto per lui, tanto per il fratello. Salgo in macchina; metto in moto e dallo specchietto seguo Mohammed che ripone ordinatamente il mio carrello. Non troverà i soliti cinquanta centesimi ma ben due euro oggi.  D’altra parte…tra due giorni è Natale. CRISTINA SPERA

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